Raindrop cake
- GiNgErBrEaD
- 13 apr 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Ma..ma... cos'è??????
Girovagando in internet sono incappata in questo budino d'acqua, anche se non è proprio corretto dire budino.... si tratta di un dolce giapponese: il Mizu Shingen Mochi, diffusosi lo scorso anno negli Stati Uniti con il nome di raindrop cake, si in effetti sembra proprio un enorme goccia di pioggia. Da come si evince dalle foto ho provato a preparare questa strana e curiosa prelibatezza orientale, e dopo diversi tentativi ho raggiunto un buon risultato dal punto di vista di aspetto e consistenze, ma ahimè, come sospettavo, il gusto non è tutta questa golosità, ma andiamo per ordine vi spiegherò passo passo tutto quello che c'è da sapere.
Ingredienti e procedimento
Sono due gli ingredienti principali: acqua ed agar agar, che vanno a strutturare la"torta",
mentre gli ingredienti che conferiscono sapore sono: zucchero semolato, Kinako (farina di soia tostata) ed il kuromitsu (sciroppo di zucchero giapponese) sostituito con sciroppo d'agave per la sua difficile reperibilità.
E' stato abbastanza complicato capire le giuste concentrazioni di agar agar da utilizzare, sono sincera, all'inizio è stato un disastro, ma man mano ho raggiunto un buon equilibrio con le seguenti dosi:
Acqua= 260 gr.
Agar agar= 1,5 gr.
Zucchero semolato= 1 gr. ( quantitativo variabile, dipende dai gusti)
Sciroppo d'agave e farina di soia tostata q.b.
Prima di descrivere il procedimento voglio però entrare un pò più nei particolari:
La struttura di questo dolce è un gel. Il gel è un materiale semisolido, che si ottiene da soluzioni colloidali di polimeri che attraverso diversi meccanismi formano un network al cui interno viene inglobata acqua, esempi di gel in food: gelatine, marmellate, caramelle, derivati di latte, di carne e pesce. L'ingrediente gelificante utilizzato nel nostro caso è estratto da alghe rosse (Rodophyta): l'agar agar. In commercio lo si può trovare in polvere, in fiocchi o barrette, è molto semplice utilizzarlo, infatti basta farlo sciogliere in una fase liquida portata alla temperatura di ebollizione, il liquido inizierà poi ad addensarsi e solidificarsi durante il raffreddamento a partire da una temperatura di 45°C . La componente gelificante dell'agar agar è l'agarosio, esso è un polimero di D- galattosio, di 6-anidro-L-galattosio e di agaropectina. L'agarosio ha una forma a doppia e singola elica e proprio queste eliche, che attraverso il riscaldamento, si aggregano e si gonfiano formando un network al cui interno viene inglobata e trattenuta acqua. Quindi la raindrop è un enorme bolla d'acqua gelificata grazie alle eliche aggregate di agarosio, come nell'immagine:

Il procedimento per la preparazione è semplicissimo, ovviamente per prima cosa pesare gli ingredienti, per l'agar mi sono aiutata con una siringa poiché essendo una polverina molto sottile (foto in basso), la mia bilancia da cucina non ne rilevava il peso.
la mia bilancia da cucina non è estremamente sensibile, e non mi rilevava il peso. Versare le polveri (agar agar e zucchero) in un pentolino ed aggiungere l'acqua stemperando il tutto. Una volta raggiunto il bollore, far proseguire ancora per qualche minuto, e versare il composto nelle forme desiderate. Dopo 4/5 h sformare ed aggiungere la farina di soia e lo sciroppo d'agave.
Una volta pesati tutti gli ingredienti solidi, li si versano in un pentolino e si aggiunge l'acqua stemperando per bene le polveri.
Mettere il tutto sul fuoco, mescolare e far raggiungere il bollore. Alla fine versare il composto nello stampo desiderato e lasciare raffreddare per 4/5 ore.
Passato questo tempo si sforma il tortino d'acqua su di un piatto ed aggiungere alla fine la farina di soia e lo sciroppo d'agave.
Il sapore secondo me:
Ciò che mi ha colpito di più di questo dolce sono le consistenze. Il "budino" è fragile ma mantiene bene la forma, si scioglie rapidamente in bocca, sembra quasi acqua avvolta da uno strato di pellicola, mentre la farina di soia da un pò di spessore e masticazione.
Il gusto mi ha deluso, in particolare la farina di soia. Durante i primi secondi dell'assaggio tutto ok, ma sul finire esplode il sapore leguminoso della soia e non è tutta questa squisitezza.
Concludo dicendo che è stata comunque una fantastica esperienza, dalla difficoltà nel reperire i prodotti passando alla preparazione e finendo con l'assaggio, tutto sommato è una ricetta simpatica che dà abbastanza soddisfazione.
Comments